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Appuntamenti della Comunità

Anche nell’abito il segno della consacrazione

 

E’ una sentenza tanto ad effetto quanto radicalmente falsa. Ha pensato, l’anonimo confratello, alle conseguenze della sua affermazione se viene estesa (e perché nò ?) ai Vescovi ed al Papa?. La gente dovrebbe capire a suo dire che uno è Vescovo da come parla! Ed il Papa come dovrebbe “parlare” per far capire alla gente che è il Vicario di Cristo? Il fatto che l’anonimo confratello (ma perché non si è firmato?) esiga dai sacerdoti “formazione, cultura, coerenza nel comportamento, impegno serio”, è più che ovvio, ma la conseguenza che ne trae (via l’abito sacerdotale) non mi pare proprio coerente, in quanto le due cose (impegno serio e abito sacerdotale) si integrano e completano.

Oltre che incoerente, la sua conclusione è anche ingiusta ed offensiva. Forse che i sacerdoti che indossano l’abito sacerdotale non hanno “formazione, cultura, coerenza nel comportamento, cioè una testa da preti?” Che direbbe questo confratello di quegli uomini che abusivamente si sono introdotti nei confessionali ad ascoltare le confessioni della gente che li ha scambiati per sacerdoti veri?. E che direbbe ancora di quel sacerdote che dovette lasciar morire, senza l’assoluzione, un uomo morente per un incidente stradale, che chiedeva un sacerdote, ma che si rifiutò di confessarsi in quanto, vedendolo in borghese, non credette che era un prete? Preso, poi, dal rimorso quel sacerdote disse: “Non vestirò mai più in borghese!”.

Ed il Papa che ha richiamato più volte i sacerdoti a mostrare anche con l’abito il segno della loro consacrazione a Cristo, manca forse di “formazione, cultura, coerenza?”. So anche della risposta che Padre Pio diede perché dei novizi non volevano indossare il saio francescano (ed allora era già viva la crisi delle vocazioni!). Padre Pio, sdegnato, disse: “Mandateli via! Pensano forse di fare un favore a S. Francesco indossando il saio? O non è forse S. Francesco che fa loro l’onore di portare il suo santo abito?”.

Cosa hanno detto i Pontefici in merito all'abito religioso:

"L'abito ecclesiastico, come quello religioso, ha un particolare significato: per il sacerdote diocesano esso ha principalmente il carattere di segno, che lo distingue dall'ambiente secolare nel quale vive; per il religioso e per la religiosa esso esprime anche il carattere di consacrazione e mette in evidenza il fine escatologico della vita religiosa. L'abito, pertanto, giova ai fini dell'evangelizzazione ed induce a riflettere sulle realtà che noi rappresentiamo nel mondo e sul primato dei valori spirituali che noi affermiamo nell'esistenza dell'uomo. Per mezzo di tale segno, è reso agli altri più facile arrivare al Mistero, di cui siamo portatori, a Colui al quale apparteniamo e che con tutto il nostro essere vogliamo annunciare."
(Giovanni Paolo II, 8 settembre 1982)

"Nel modo di pensare, di parlare, di giudicare i fatti del mondo, di servire e amare, di relazionarsi con le persone, ANCHE NELL'ABITO, il sacerdote deve trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale, dal suo essere profondo" (Benedetto XVI, 12 marzo 2010)

Nonostante le norme e i richiami del magistero, tanti preti sono convinti di essere "più-vicini-alla gente" andando in giro in borghese...