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Appuntamenti della Comunità

La sobrietà

1 - Chi non rinnova continuamente se stesso non può rinnovare gli altri.
2 - Sacerdoti , Religiosi e Religiose , non affidate l'animazione vocazionale a chi non è gioioso/a ed entusiasta della propria vocazione .
3 - Troppo dormire - fa impoverire .

4 - Un bravo cuoco esperto - tiene tutto al coperto .

5 - L'ultimo vestito - si fa senza tasche .

Sempre aff.mo Padre Mattia - Trinitario

1. La sobrietà

La maggioranza di noi ha vissuto l'esperienza dell'agiatezza materiale. Non si può che essere contenti di un miglioramento delle condizioni di vita rispetto alla durezza conosciuta in passato dalle popolazioni trivenete. Tuttavia questo non sempre ci fa più felici: anzi, certe volte ci sembra che sia avvenuto il contrario. Spesso siamo affannati e insoddisfatti, quasi delusi del benessere raggiunto e pieni di preoccupazioni per il futuro.

Ciò non ci stupisce, perché corrisponde a quello che la Chiesa ha sempre saputo e predicato: che il benessere materiale è importante ma da solo non dà la felicità perché la vita è assai più ricca di promesse di quelle che l'agiatezza materiale può soddisfare. Non sempre si è capito come proprio la crescita del benessere renda esplicita la necessità di scegliere ciò che nella vita realmente conta e può manifestarla nella sua pienezza. L'uomo infatti non è solo corpo, è anche spirito.

Oggi si è molto esigenti verso tutte le dimensioni della vita:

– nei confronti del lavoro a cui si chiede reddito e realizzazione personale

– nei confronti delle relazioni familiari dalle quali ci si attende gratificazioni affettive e serenità;

– nei confronti del consumo e del tempo libero, dai quali ci si attende distrazione, svago e sempre più spesso quei significati che non si riesce a trovare negli altri momenti.


M Ma l'essere così esigenti inevitabilmente ci porta a far convergere tutte queste aspirazioni nel solo tempo limitato di cui disponiamo.


C Così la radicale impossibilità di fare tutto ciò che vorremmo e di vivere tutte le esperienze che ci attraggono, finisce per pesare sulle nostre esistenze facendoci sperimentare un senso di privazione e di insoddisfazione.

S Poniamo forse per comprendere uno dei paradossi del benessere: il fatto cioè che esso porta l'abbondanza, ma anche fa i vedere quante sono le opportunità che potremmo cogliere e che mai potremo vivere, anche se fossimo í più ricchi della terra. Come è cresciuta l'abbondanza così è anche cresciuto il senso del limite, della privazione e la percezione della rinuncia. Molto nella palese insoddisfazione che oggi circonda le nostre vite trova qui la sua spiegazione.

non dovremmo allora fermarci, chiederci ciò che realmente vogliamo e scegliere le esperienze che realmente contano per noi, sapendo che non possiamo volere tutto, ne' vivere molte vite (cfr. Mt. 6,19; Lc. 12,33).

L'abbondanza ha messo in luce la nostra limitatezza, l'impossibilità di prendere tutto e il fatto che "il nostro cuore rimane inquieto" fino a quando non incontra Dio e ci dice che non solo di beni materiali vive l'uomo. (cfr. Lc. 4,4; Mt. 4,1-11; Mc).

Pensiamo perciò che sia giusto esprimere una predilezione per stili di vita basati sulla sobrietà. Sobria è la vita di chi sa accontentarsi, di chi sa scoprire come spesso il meglio coincide con il meno. Soprattutto sobria è la vita di chi ha scoperto il proprio limite e dunque, sapendo di operare delle scelte, si indirizza all'essenziale, curando la fraternità, la solidarietà e la vita spirituale (cfr. CEI: E.T.C. n.39). Nell'attuale stadio di crisi che l'Italia (ma praticamente tutto il mondo ) sta attraversando, siamo più che mai sollecitati a capire e a testimoniare che la sobrietà non è un esercizio atletico ma nasce dalla fraternità e dalla consapevolezza che tutto il superfluo è sottratto al necessario di altri fratelli.

La misura stessa del superfluo, inoltre, cresce con la crescita dei bisogni dei poveri.