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Appuntamenti della Comunità

Lettera ai genitori

L'educazione, che è un compito - forse meglio un'arte - insieme semplice e difficile, bellissimo e faticoso, spetta anzitutto a chi dona la vita, cioè ai papà e alle mamme.
Il bambino si fida di loro , non perchè sono specialisti , ma perchè sono i suoi genitori.
Ai tanti genitori scoraggiati, tentati di sentirsi inadatti al loro compito, la Chiesa dice: siete i migliori papà e le migliori mamme che i vostri figli possano avere !
Nessuno potrà sostituirVi !
Ricoprite con fiducia la Vostra responsabilità educativa : amate i vostri figli , curate gli affetti, crescete nella fede e nella carità, sarete degli ottimi educatori !

Padre Mattia

Vi scrivo questa letterina da un angolo oscuro della periferia, dove si trova il deposito dei rifiuti della città. E' notte fonda e c'è tanto freddo. La garza con cui sono stato accartocciato quando mi avete cacciato di casa, ieri sera, non mi riscalda più; ora è tutta coperta di brina. Sono finito tra un barattolo di plastica ed una gambina di bambola. Chissà: forse quella stessa strappata ieri dal mio fratellino mentre giocava con me nel medesimo secchio ...!
Dovevo finire oggi nell'inceneritore ma l'operaio ha lasciato il lavoro un po' prima. Allora Gesù mi ha mandato, a farmi compagnia, un angioletto, anzi il mio angelo custode perchè sono un bambino, io, un bambino di poche settimane, ma con il mio programma di vita già tutto completo. Avrei avuto i capelli biondi e gli occhi chiari come la mamma ed il nasino un po' in su come il papà; e poi pensate che da qualche giorno il mio cuoricino aveva cominciato a battere: e invece ....

Cari genitori, non voglio rattristarvi più di quanto già non siate: so che ora siete nell'angoscia, so che non lo farete mai più con i fratellini che verranno dopo di me; so che non l'avete fatto per cattiveria, ma in un momento di smarrimento! Adesso capite, vero? E pensate che vi avevano detto che io non ero una persona, ma un pezzetto qualsiasi del corpo della mamma che si poteva togliere e buttar via, così come si taglia un'unghia o si strappa un capello o si elimina un foruncolo.

Ed invece ero un uomo che avrebbe visto il sole e le stelle, il cielo e le rondini, che vi avrebbe accarezzato e baciato, che avrebbe ascoltato la musica misteriosa del vento d'aprile e le note incantevoli di Puccini e di Beethoven, un uomo che avrebbe lavorato, amato e pregato, che avrebbe peccato, come tutte le creature, ma che avrebbe gustato la gioia ineffabile della misericordia divina.

Bastava aspettare un poco ancora e la mia voce avrebbe inondato di gioia la vostra casa. Un poco ancora ...

Dopodomani il mio corpicino finirà nell'inceneritore ed uscirà dal camino come quello dei bambini ebrei di Auschwitz; anch'io, come loro, poverini, senza una tomba e senza un fiore; anch'io, come milioni di altri bambini di ogni razza e nazione assassinati ogni anni nei forni crematori di questo mondo folle, egoista e crudele che si crede in diritto di attribuire ai genitori il potere di vita e di morte sui figli come nella notte dei tempi >>

(Recapitata da Fabio Spaziani)


"L'aborto è l'uccisione di un essere umano innocente. Questa verità può esser detta in molti modi e con molte intenzioni diverse: per il gusto un po' feroce di ferire e umiliare la donna che ha abortito; o per il desiderio sincero e amorevole di salvare un innocente da una fine terribile, e una madre da un rimorso oscuro quanto palpabile. Ma poi, alla fine, contano i fatti. E il fatto rimane sempre quello: con l'aborto si uccide.

Questo vuole essere un libro onesto, al punto da trarre con rigore tutte le conseguenze logiche che la ragione ci impone: se l'aborto uccide, e uccide un innocente, non può essere giusto che la legge - in Italia la 194 del 1978 - consenta alla donna di praticarlo.

Lo scandalo non è che una donna possa essere tentata di abortire. Perchè ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, un uomo è tentato di uccidere, rubare, tradire, violentare, sfruttare, mentire, uccidersi. Lo scandalo è che una società e uno Stato possano dire a quella donna: "Ecco, accomodati, ti ho preparato un luogo pulito e sicuro dove tu possa farlo gratuitamente".


(prefazione al libro "Aborto & 194 - Fenomenologia di una legge ingiusta - "

autore: Mario Palmaro

Sugarco Edizioni)


Mario Palmaro: laureato in Giurisprudenza, filosofo del diritto, è docente presso la Facoltà di Bioetica dell'Università Pontificia Regina Apostolorum di Roma e presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Europea di Roma. E' presidente nazionale del Comitato Verità e Vita. Giornalista pubblicista, è una delle firme della rivista il Timone ed è editorialista de il Giornale e de Il Cittadino di Monza. Dai microfoni di Radio Maria conduce da anni la rubrica "Incontri con la Bioetica".