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La Direzione Spirituale


Vorrei parlare della direzione spirituale, una questione molto discussa e delicata, di cui forse se ne sa poco e tendiamo spesso a fare molta confusione. Lo faccio limitandomi a dare solo degli orientamenti di carattere generale per non rischiare di stimolare delle incomprensioni, che potrebbero attirare le anime di qualcuno, visto la particolarità dell’argomento in questione che dovrebbe essere approfondita in maniera più incisiva con la persona interessata.
Ricordo, anzitutto, che Dio Trinità, si è rivelato agli uomini nella persona di Gesù di Nazaret. E’ dunque da Gesù che gli uomini ricevono la verità e la grazia del Padre; è da Lui che essi sono illuminati e salvati, per opera dello Spirito Santo. Tuttavia, per comunicare agli uomini la verità e la salvezza di Cristo, lo Spirito si serve della mediazione della Chiesa, che è Corpo Mistico di Cristo. E’ perciò attraverso l'opera mediatrice della Chiesa che gli uomini nascono alla fede in Cristo e crescono nella carità, fino a giungere, «allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo»; come scrive S. Paolo agli Efesini, (Ef 4,13).
Che cosa significa questo? Che:
Nella Chiesa si cammina insieme, aiutandosi gli uni con gli altri. La direzione spirituale perciò è l'attività che, in nome della Chiesa, si pone al servizio dello Spirito Santo per dare a un fedele, che desidera progredire nella vita cristiana l'aiuto spirituale che lo illumina, lo sostiene e lo guida nel discernere la volontà di Dio per giungere alla santità.
(E’ una grave presunzione fare discernimento da soli, così come non ci si può assolvere dai propi peccati senza andare dal sacerdote)

Come dice la sapienza della Chiesa, il primo passo da fare è verificare se è nata la fede.
Spesso infatti ciò che manca a chi inizia la direzione spirituale è proprio la fede... c'è piuttosto un misto di ricerca di sé, di autoanalisi, di voglia di possedersi, di garantire un supporto affettivo, ecc..

Desideri importanti ma che possono essere dissonanti (e spesso lo sono) con un cammino di fede vero e proprio. Per questo prima di qualsiasi inizio di accompagnamento la persona deve essere stata toccata nel cuore. Questo punto non ha nulla a che vedere con il catechismo o la vita di parrocchia. Non è detto che poiché una faccia catechismo o frequenta la parrocchia, abbia fede. Dovrebbe, ma non sempre è così. Magari fa molte cose per la parrocchia e per il parroco, ma non è detto che abbia la fede.

La fede va dunque ri-annunciata.

L'annuncio di fede spalanca la porta sull'orizzonte di Dio, ma ancora non da' la fede vera e propria. E' un'inizio, è la parte che fa Dio, ma perché nasca la fede ci vuole la ratifica dell'uomo con un atto concreto di obbedienza a Dio che viene percepito come un adulto rinnegamento di sé. Ciò detto, poiché la "grazia suppone la natura" la Direzione Spirituale volgerà quindi anche a migliorare e a correggere quegli aspetti umani, che frenano umanamente l’azione della grazia dello Spirito.
I comportamenti dell’uomo ci fanno vedere che:
La sofferenza che viviamo o che abbiamo vissuto in passato porta dei traumi inevitabili che il nostro inconscio registra e archivia. Ad un certo punto della nostra vita incontriamo il Signore, scopriamo nella preghiera una pace che non conoscevamo e, per alleviare il dolore che ci portiamo dietro (anche senza saperlo), ci immergiamo nella vita spirituale. Fin qui nulla di strano, perchè il Signore ci chiama nei momenti che decide Lui per donarci la fede, la salvezza e la sua grazia.
Il problema però sta nel fatto che noi non siamo ben consapevoli dell'esistenza di questi traumi dentro di noi, perchè pensiamo o riteniamo di averli superati, non ne sentiamo il dolore, e non sappiamo nemmeno che la nostra personalità, il nostro modo di essere e di rapportarci agli altri è condizionato da queste "ferite interiori" che, per difendersi, ci portano a vivere in un modo non equilibrato con noi stessi, con gli altri, e di conseguenza con Dio.
Abbiamo bisogno di capire le motivazioni profonde che spingono ad un tipo di comportamento e a vivere la fede in un certo modo.
Il 90 % della costruzione emozionale della persona avviene nei primissimi anni di età, perchè il bambino ha delle necessità basilari che devono essere soddisfatte per crescere in maniera sana. Purtroppo avviene che i genitori (o chi per loro) siano insufficienti e usano il bambino per soddisfare le proprie necessità. Di conseguenza, a livello inconscio, il piccolo avverte il "bisogno" dell'adulto e, sempre inconsciamente, proprio perchè non siamo in grado di discernerle e di dare loro un significato preciso, rimangono sepolte vive in noi provocando un'alterazione dell' io e di conseguenza crescendo, ci troviamo immersi in sofferenze fisiche, emozionali e mentali, come prezzo per non aver ricevuto ciò di cui avevamo bisogno.
Tutti abbiamo delle ferite interiori che gridano e che hanno bisogno di essere guarite. Nella preghiera autentica si sperimenterà l’azione guaritrice di Dio che tirerà fuori dall’inconscio quei traumi che ci portiamo dietro da tanto tempo e che condizionano la nostra vita a nostra insaputa.
Il Vesuvio è buono e calmo, ma se si toglie il tappo che lo chiude, tutto ciò che contiene di "vivo" uscirà fuori all'impazzata!
Anche noi abbiamo costruito dei tappi per sopravvivere, ma dentro abbiamo delle situazioni "vive" che gridano, che ci condizionano e che aspettano di essere "stappate" dal Signore.
La Madonna in un messaggio dato a Medjugorje ci rivela la presenza di questa realtà:
"Cari figli! Oggi vi Invito in modo particolare a prendere tra le mani la Croce e a contemplare le piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le ferite che voi, cari figli, avete ricevuto nel corso della vostra vita a causa dei vostri peccati o dei peccati dei vostri genitori. Solo così capirete, cari figli, che al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio creatore[…] (Messaggio del 25 marzo 1997)
Come intervenire sulla guarigione della fede?
Chi sceglie la direzione spirituale deve riflettere che non basta solo la grazia di Dio ma che bisogna affrontare anche l’uomo che c’è in lui per questo il direttore, si avvale anche di un aiuto psicologico.
Per iniziare il nostro discorso ci serviremo dello schema di Johari, uno strumento rodato da due psicologi nel 1961, Joe Luft e Harry Ingham, per osservare/agire in situazioni di comunicazione interpersonale, di dinamica di gruppo o tra gruppi.
Nell’uomo c’è:

        Area Pubblica                  Area Privata      
           Area Cieca       Area Inconscia

 

* l'area pubblica è conosciuta da sé stessi e da gli altri.

* l'area privata è conosciuta da sé ma non da altri.

* l'area cieca sconosciuta da sé, ma nota agli altri.

* l'area subconscia sconosciuta a sé e agli altri ma raggiungibile con un’analisi psico analitica e una direzione spirituale approfondita e sistematica.

Mentre le prime tre aree sono raggiungibili con una normale direzione spirituale, l'area subconscia non viene facilmente raggiunta, ma come sappiamo essa potrebbe limitare la risposta a Dio del soggetto... in questa area ci sono quelle tendenze emotive inconsce (come una parte dei bisogni e delle difese psicologiche, certe emozioni, certi tratti o stili psicologici) che come abbiamo visto, la persona porta dentro di sè, ma ne è inconsapevole.

Esse influenzano e possono limitare la sua risposta alla grazia e alla Parola di Dio (parabola del seme), e si oppongono ai desideri dello Spirito (Gal 5,13 26), sicché la capacità oggettiva di vivere e testimoniare i valori di Cristo nella propria vita ne viene limitata, perché la libertà effettiva della persona è limitata.
La psicologia, con i vari approcci ha per tanto la funzione di aiutare a far crescere la persona perché l'uomo possa: CONOSCERSI / ACCETTARSI / CRESCERE E CAMBIARE.


Il Direttore Spirituale: caratteristiche generali

Si può prendere l'esempio di Mosè con tutte le sue caratteristiche per capire come deve essere un direttore spirituale:


1 - Deve essere inviato da Dio, cioè incaricato ufficialmente di questa missione da parte della Chiesa (sacerdote o laico)

2 - Per quanto riguarda la sua missione particolare, deve farla per obbedire a Dio e non per gratificazione personale: deve essere riluttante piuttosto che eccessivamente desideroso di assumersi questa responsabi¬lità, lo deve fare come una croce sopportata e accettata per amore. (Diffidare di quelli che si propongono con entusiasmo come direttori spirituali).

3 - Così come Mosè, non sa, dove Dio ti vuole portare, il suo compito è di discernimento e annuncio della volontà di Dio nei tuoi confronti. Più che una guida è uno strumento, un tramite. Un servo dello Spirito Santo.

4 - Deve essere anche duro e non transigere su certi punti fondamentali per paura di perderti. Ci devono essere momenti in cui ti viene voglia di lasciarlo stare: chi ti da' sempre ragione non ti ama. Davanti a Dio intercede per te, ma davanti a te sa essere fermo.

5 - Deve dare i segni del vero profeta, cioè le cose che dice funzionano e accadono sul serio, anche se può sbagliare su alcuni punti.

6 - Deve essere in consonanza con ciò che dice la Chiesa, ti deve annunciare la Parola di Dio così come la Chiesa la comprende e non come lui la pensa soggettivamente. Deve amare la Chiesa anche nella sua parte gerarchica, non deve essere polemico verso di essa o porsi in alternativa.

7 - Deve essere come Giovanni Battista: Cristo deve crescere e lui diminuire, non deve tendere a legarti a sé ma a renderti anzi sempre più libero da lui.

8 - Deve fare questo servizio gratis, non deve avere alcun interesse. Deve cercare sinceramente la volontà di Dio su di te, anche se il seguire questa può portarti ad allontanarti da lui e non perseguire qualche suo fine, fosse anche il migliore e il più santo.

Nello stesso tempo, però, non potrebbe esserci vera direzione spirituale, se la persona che chiede l'aiuto abbia la buona volontà di uscire dalla tiepidezza e dalla mediocrità spirituale, in cui abitualmente vive, e non desideri sinceramente di progredire nella via della perfezione cristiana; che non è esente da difficoltà ed asprezze e richiede un impegno perseverante, nonostante le stanchezze, le aridità e le tortuosità del cammino che la vita umana porta sempre con sé; se sia irremovibile nelle sue idee e non si sforzi di essere docile alle mozioni dello Spirito Santo e disponibile a quanto Egli le suggerisce per mezzo del suo direttore.
Possiamo chiederci a questo punto: è utile la direzione spirituale? E necessaria? Il cammino spirituale che porta alla perfezione cristiana, vale a dire alla pienezza della carità, è lungo, assai spesso arido e stancante, e quindi insidiato della tiepidezza e dalla mediocrità; comporta il pericolo di illusioni, e perciò d'intraprendere false piste che possono condurre fuori strada. Bisogna fare delle scelte decisive per il proprio destino spirituale: E’ utile, quindi, che ci sia un direttore spirituale che, con la sua esperienza delle cose spirituali, e con la luce comunicatagli dallo Spirito Santo, aiuti chi ha intrapreso il cammino della perfezione cristiana a scoprire le illusioni, spesso assai sottili, nelle quali può incorrere e dalle quali difficilmente può liberarsi da solo, poiché è proprio della persona che s'illude ritenere con sicurezza di essere sulla strada giusta.
(Vedi satana, sconfitto si illude ancora di vincere).